venerdì 30 giugno 2017

Pseudo Lambic imbottigliato ma l'avventura continua

Malgrado tutto è arrivato il momento di imbottigliare, 
ma questa storia non finisce qui.


Eccomi nuovamente qui. Questo cammino di esperienza è stato molto lungo, ricco di passione e mistero. Sono passati all'incirca 15 lunghi mesi dalla produzione del mosto, di questa birra, eppure il tempo potrebbe non essere abbastanza. Andiamo per ordine, dall'inizio del progetto sono cambiate diverse cose (per i più curiosi, trovate tutto nel post cliccando qui), generalmente positive, mentre durante l'ultima ispezione visiva (per i più curiosi, trovate tutto nel post cliccando qui) ho notato una polverina bianca sulla superficie della birra.


Detto questo, ieri mattina ho imbottigliato per la prima volta un mio Pseudo Lambic, spero non sia anche l'ultimo (risata doverosa). Non posso certo negare la grande emozione provata, sicuramente merito dell'affascinante stile, ricco di tradizione e storia, ma a dirla tutta l'aiuto e la presenza di mio padre hanno contribuito a rendere la giornata ancora più speciale.


Con relativa tranquillità e un discreto pessimismo, ho iniziato a travasare questo mio Pseudo Lambic. Non saprei dire con esattezza cosa mi aspettassi realmente da questo primo approccio, con la birra, magari volevo solo ottenere qualcosa di bevibile e nulla di più. La presunzione di ottenere i risultati di una vera fermentazione spontanea non è qualcosa di realistico, ma il piacere personale potrebbe essere appagato dalla semplice passione. 

In passato mi è stato detto che avrei perso solo gli anni della mia vita, dietro a questa birra, adesso spero di perderne tanti altri. 

Subito dopo il travaso ho deciso di perdere altro tempo. Seduto e rilassato ho assaggiato per la prima volta il risultato dell'attesa. Al naso è caratterizzata da moltissime sfumature aromatiche, molto piacevoli, con bassi sentori di cantina e muffa, per nulla invadenti. Non si percepiscono note acetiche eccessive, vista la mancanza di una temperatura controllata, questo aspetto era più di una semplice paura. Non sono presenti sentori di acido fenico (medicinale). Al gusto è secca e prevalgono le note agrumate. L'acidità morbida è molto piacevole, con sfumature acetiche molto basse. L'unico e solo disturbo, che non è cosa da poco, riguarda la mancanza al palato del sapore vinoso e rustico ma non avendo una botte a disposizione era già qualcosa di preventivato.

Valori ottenuti
FG (densità finale) 1.005
pH 3,4

Priming 
Per evitare possibili esplosioni ho preferito non andare oltre 1.5 volumi. 

Nessuna aggiunta di lievito
Dopo così tanto tempo non vorrei certo ritrovarmi con una birra piatta per dei batteri (Pediococcus). Nonostante ciò ho lasciato il lievito a casa e non ho aggiunto nulla. Dunque nessuna precauzione presa, ripongo le mie uniche speranze nei Brettanomyces e nella loro voglia di zuccheri. Visto che i batteri Pediococcus essendo omofermentativi non producono anidride carbonica.

Doppia chiusura sughero/corona

Non è tutto, la storia non finisce, la passione mi porta a continuare. Prima di imbottigliare o messo in una nuova damigiana 10 litri di Lambic e 2 kg di ciliegie. Una nuova avventura, un ulteriore strada da percorrere, Pseudo Kriek (cliccando qui).



Questo post è solo a scopo informativo, sulle mie esperienze, non mi assumo la responsabilità su ciò che farete e sui danni che potrete causare.

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